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Certi scrittori consigliano – Paolo Zardi

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SONY DSCPaolo Zardi l’ho conosciuto di nome, ovvero ho capito che fosse un ottimo scrittore da non lasciare che mi restasse sconosciuto, poco tempo fa (un anno fa, più o meno, mi sembra). Ha scritto Il signor Bovary, Il giorno che diventammo umani e non solo. Nel blog Grafemi, che consiglio di seguire, racconta chi è e cosa ha fatto
Oggi beneficiamo dei suoi bei consigli per le Feste.

 

Nel 1962 l’epistemologo Thomas Kuhn pubblicò La struttura delle rivoluzioni scientifiche che proponeva una nuova idea: il cambiamento di paradigma. Secondo Kuhn, la scienza cresce linearmente, in un ambiente i cui principi sono condivisi; poi, arrivano le rivoluzioni che scombussolano il quadro di riferimento: invece di fornire nuove risposte a vecchi problemi, formulano domande inaspettate, e nuove. Galileo Galilei, Newton, Darwin, Einstein, la meccanica quantistica costrinsero il mondo a guardarsi con occhi completamente diversi; e dopo di loro, nulla è stato più come prima.

Anche la letteratura procede secondo lo stesso schema: crescita lineare, e poi rivoluzioni. Tra il 1605 e il 1615 Cervantes inventa il romanzo, che cresce fino a diventare il gigante della prima metà dell’ottocento; ma Flaubert, nel 1856, ne ridefinisce perimetro, scopi e mezzi, con l’aiuto della signora Bovary. Meno di ottanta anni dopo, sempre dalla Francia arriva un nuovo cambio di celineparadigma: un oscuro medico di provincia, Louis­Ferdinand Céline, pessimo uomo, geniale scrittore, pubblica Voyage au bout de la nuit, un romanzo che racconta le disavventure di un uomo qualunque tra il 1914 e la fine degli anni venti, nei campi di battaglia europei, nelle fabbriche improntate al taylorismo degli Stati Uniti, in una Parigi povera e minore, dove tutto puzza, si rompe, si ammala e infine muore. Viaggio al termine della notte – questo il titolo in italiano (edizione Corbaccio) – inventa una nuova lingua, nella quale l’uso del gergo popolare consente di raccontare un mondo fino ad allora inesplorato. Il risultato è esplosivo, e irreversibile: nessuno, dopo questo libro meraviglioso, potrà raccontare la vita senza dover fare i conti con la potenza della petite musique di Céline. Un romanzo capace di inventare la letteratura moderna, da regalare agli amanti di Bukowki, Bellow e Martin Amis.

violaMa questo era il ventesimo secolo: se vogliamo sapere cosa bolle in pentola ai nostri giorni, possiamo farci aiutare da due grandi romanzi italiani usciti tra il 2013 e il 2014. Il primo è Sparire di Fabio Viola, Marsilio; ambientato tra l’Italia e il Giappone, con il sottofondo del disastroso terremoto del 2011, è la storia di una dissoluzione. Una pagina dopo l’altra, Viola fa sparire, con un rigore assoluto, le convenzioni della trama, l’identità dei personaggi, e aziende, relazioni, palazzi. Inquietante, acutissimo, brillante, Sparire è un romanzo inusuale capace di cogliere qualcosa di centrale di questo secolo ancora agli inizi. Per intenditori!

Con un approccio completamente diverso, Gianni Tetti propone la sua personale visione apocalittico di un mondo prossimo alla fine in Mette pioggia, romanzo distopico uscito per i tipi della giovane casa editrice Neo Edizioni. I libri tettici tolgono dal mondo per qualche centinaio di pagine; ma poi, talvolta, in rari casi, ci ributtano là dentro con uno sguardo più lucido, un pensiero più forte, più sicuro, più tagliente. Tetti, giovane autore sardo, racconta l’ultima settimana dell’umanità, e non lo fa dall’alto, da un satellite che gira intorno al nostro pianeta, ma dal basso, dalla terra, dalla sua arsura: si immerge nelle sue viscere, nei suoi odori, nel suo dolore primitivo e ineludibile, e da là dentro, come una sorta di oracolo, dice ciò che vede. Lo dice con una lingua nuova, sua, inventata, costruita per l’occasione. È di questo che parla Mette pioggia: di un modo diverso di guardare, e poi di un modo diverso di mettere insieme le parole per rappresentare ciò che con la lingua di tutti i giorni non sarebbe possibile dire. Per parlare di questo libro si possono usare le parole che Will Self ha speso per Viaggio al termine della notte: ci ha insegnato come aggiogare i bisogni equini del corpo al carro dorato della fantasia. Da regalare a tutti i lettori che amano la sfida!

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